09/11/2023

Il premio Paolo Dieci istituito da LINK 2007 – cooperazione in rete, associazione Le Réseau e comitato Internazionale per lo sviluppo dei popoli – Cisp, che ha l’obiettivo di riconoscere e valorizzare i percorsi di partenariato più significativi nella cooperazione internazionale allo sviluppo tra le organizzazioni non governative, le organizzazioni delle diaspore e delle nuove Generazioni con background migratorio

di ROBERTO RIDOLFI E CLEOPHAS ADRIEN DIOMA

In un momento in cui le forze che soffiano su conflitti e divisioni sembrano prevalere su quanti continuano, imperterriti, a lavorare per la pace, la scommessa può apparire azzardata. Ma è proprio in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo che occorre custodire la fiducia nel dialogo e coltivare la determinazione necessaria per perseguirlo. Il Premio Paolo Dieci nasce due anni fa per valorizzare la cooperazione tra i popoli. Da subito i promotori del riconoscimento, intitolato a uno dei più lungimiranti protagonisti della cooperazione italiana, si sono confrontati con un quadro sfavorevole. L’aggravarsi della crisi migratoria e le guerre, prima in Europa e poi in Medio Oriente, hanno rimodellato il panorama politico, spostando l’attenzione collettiva sui campi di battaglia e generando un sovraccarico informativo che ha messo in ombra l’impegno di chi si adopera ogni giorno per favorire la comprensione e la convivenza di culture e tradizioni diverse.

Paolo Dieci: la cooperazione come strumento di pace 

Paolo Dieci, cofondatore e presidente di Cisp scomparso nel 2019 in un tragico incidente aereo, interpretava la cooperazione soprattutto come strumento di pace. Prima ancora che dallo sviluppo e dalla crescita economica, nella sua visione il valore aggiunto del cooperare nasce dalla condivisione quotidiana, dall’opportunità di lavorare insieme e di ridurre le distanze, spazzando via pregiudizi e incomprensioni. Quest’intuizione, frutto di una vita dedicata allo sviluppo dei popoli, tra l’Italia e l’Africa subsahariana, permea lo spirito del Premio promosso da Cisp, Link 2007 e Le Réseau, tre realtà consolidate della cooperazione non governativa italiana, in collaborazione con Aoi, Cini e Forum del Terzo Settore e con il patrocino del Maeci, dell’Oim, dell’Aics, di Rai Per la Sostenibilità, del Comune di Roma.

Chi può partecipare

L’iniziativa, realizzata grazie al sostegno di Fondazione Charlemagne, Banca Etica e Fondazione Cariplo, è rivolta alle organizzazioni della società civile italiana attive nella cooperazione internazionale e a tutte le realtà che coinvolgono le diaspore e le nuove generazioni in progetti di partenariato paritario per lo sviluppo o per l’educazione alla cittadinanza globale. Il termine per la presentazione delle candidature è scaduto il 5 novembre. Spetta ora alla giuria decretare il percorso di partenariato migliore che sarà premiato nell’evento finale in programma il 30 novembre a Roma, alla Farnesina. Per aggiudicarsi il riconoscimento è determinante dimostrare la capacità di lavorare insieme, condividendo valori e obiettivi nei campi dello sviluppo, dei diritti umani, della sostenibilità, della giustizia economica e sociale.

Problemi e soluzioni

Nella fase storica che stiamo attraversando quest’iniziativa va oltre la celebrazione del lavoro svolto dalle tante organizzazioni che, spesso in modo silenzioso, sono impegnate in Italia e all’estero per ritessere un tessuto sociale reso sempre più fragile dalle crisi che si succedono senza soluzione di continuità. Mentre la spirale dello scontro e della propaganda avvolge come una nube il dibattito pubblico su temi cruciali come migrazioni, sviluppo, guerre e cambiamenti climatici, il Premio Paolo Dieci intende riaccendere i riflettori sulle possibili soluzioni. Percorsi, competenze e risorse per una via d’uscita pacifica dalle crisi esistono e sono a nostra disposizione. Le organizzazioni delle diaspore, per esempio, possono fungere da efficace anello di congiunzione tra l’Italia e i Paesi d’origine, costruendo relazioni di collaborazione durature e trasformando un “problema” in opportunità. La migrazione, se ben gestita, può essere anche un volano per lo sviluppo del Paese di accoglienza. Nel 2021, secondo la Fondazione Leone Moressa, su 6.775.988 imprese operanti in Italia, ben 753.064 erano condotte da soggetti nati all’estero (il 10% circa del totale) con una forte tenuta anche in periodo di crisi».

Oltre le ideologie per un confronto costruttivo

Più in generale, per affrontare questioni centrali come le migrazioni è indispensabile uscire dalla logica emergenziale, avviando un confronto costruttivo e duraturo che coinvolga tutte le realtà in grado di fornire un contributo concreto, e abbandonare l’attuale impostazione concentrata su sicurezza e contenimento. Sono tanti i livelli su cui si gioca questa delicata partita: locale, nazionale, europeo e globale. Per vincerla non basta certo la buona volontà dei cooperanti, ma occorrono scelte politiche che vadano oltre la convenienza del momento e le contrapposizioni ideologiche. Il Premio Paolo Dieci si inserisce nel solco di questo approccio, valorizzando esperienze esemplari di un lavoro che, se condotto su larga scala, può contribuire a fermare la deriva fatta di divisioni, separazione e incomprensione. Ingredienti perfetti per nutrire i conflitti che si combattono oggi a pochi km da casa nostra. Mentre il terreno che ci circonda sembra inaridirsi sempre di più, l’obiettivo è coltivare un germoglio che col tempo possa crescere e mettere radici.

Roberto Ridolfi presidente di Link 2007 e Cléophas  Adrien Dioma presidente dell’Associazione Le Réseau 

L’articolo è stato pubblicato su VITA NON PROFIT QUI